I laboratori dal vivo: che gioia per tutti

La sveglia squilla, ma sono già sveglia da un po’. La cartella è pronta: i libri i pensieri e sono pronta anch’io. Pronti partenza via: eccomi a Scuola. Sì sono a Scuola: che bello! Ci siamo tutti: Preside, staff di dirigenza, personale Ata, insegnanti e studenti. Gli studenti: i più belli! Quelli dentro lo schermo di un pc, quelli che l’ultimo dpcm ci consente in classe o nei laboratori. Sono fortunata: dico a me stessa. In tutto questo pandemonio, la mia Scuola non si è fermata. Ha rispettato e si è imposta regole a prova di virus e ostinata fa Scuola.

Entro in classe. In quarta e poi in terza: Illuminismo e Chansons de geste. Dietro i banchi ci sono Louis e Arianna. Tutti gli altri sono nel pc. Li guardo sempre tutti i miei alunni: non smetto mai lo sguardo.

Venti minuti di intervallo ogni due ore e mi fermo un po’. Mi incontro mi confronto con i miei colleghi. Dietro le mascherine ci raccontiamo, scambiamo informazioni, ci scontriamo anche. Ma soprattutto condividiamo le preoccupazioni, talvolta la tristezza, stemperiamo la tensione: ci facciamo forza. Ci ritroviamo a sorridere quando ci rendiamo conto di quante volte ricorrano ormai nei nostri discorsi parole come Dad Ddi in presenza in remoto Meet drive account link. E poi oggi è il giorno del laboratorio di Enogastronomia dei ragazzi di quinta: eccoli a Scuola! Sono contenti di non dover rinunciare almeno alle attività di laboratorio. Ed è un sollievo anche per noi insegnanti. Li vedo con le mascherine, distanziati. Meno male: stanno tutti bene! Oggi è anche il giorno del «non viaggio» per gli studenti che, in primavera, sarebbero partiti per Mauthausen insieme ai coetanei di altri Istituti di Milano. Si incontrano su Meet. Li scopro consapevoli di vivere un’esperienza diversa, determinati a trasformarla in un’occasione di crescita e conoscenza della storia e di se stessi. Ecco: l’adolescenza è la capacità di trasformare un nodo alla gola in coraggio. Finiranno questi giorni strani e faticosi. E allora? Allora ricorro a Italo Calvino per rispondermi: allora, nei giorni nuovi che verranno, ognuno di noi troverà tutto quello che sarà stato capace di portarvi. 

Sono le 20 ormai. I compiti li ho svolti e sarebbe l’ora dell’aperitivo. Squilla invece il telefono, una collega mi chiede: «Che dici? Ci facciamo un Meet?»