Corriere della Sera: La carica dei giovani volontari «Basta casa e pc, vogliamo aiutare»

Corriere della Sera: La carica dei giovani volontari «Basta casa e pc, vogliamo aiutare»Fonte:

Data: 24 dicembre 2020

Link articolo: Corriere della sera

La carica dei giovani volontari «Basta casa e pc, vogliamo aiutare»

di Elisabetta Andreis

Liceali e universitari privati di cenone e ritrovi distribuiranno pasti e soccorreranno i bisognosi

Travolto dalle offerte il Refettorio ambrosiano

Senza cenone e senza pranzo di Natale, i ragazzi che hanno passato mesi sul divano, a seguire lezioni davanti a un monitor, e magari per la prima volta non tornano neanche al loro paese d’origine, si danno da fare qui a Milano. L’onda di liceali e universitari che si offrono per attività al servizio degli altri sul finire di questo annus horribilis supera ogni attesa. Guglielmo Cazzola, 23 anni, neolaureato in Bocconi, corre a dare una mano al Pane Quotidiano dove duemila persone ogni giorno fanno la fila per chiedere viveri e un po’ di attenzione: «Non torno in Veneto a festeggiare, almeno cerco di rendermi utile», sminuisce. Non ha ucciso solo vite umane, il Covid-19. Rischia di sopprimere anche il senso del «noi», prova a spiegare Luca Danelli, 26 anni, alla prima esperienza di volontariato con il progetto Mai solo di Energie sociali Jesurum: «Stare insieme ci sembra ormai pericoloso. Per proteggerci dobbiamo per forza isolarci, distanziarci. Ma noi siamo giovani, i social non compensano certo il nostro bisogno di socialità».

Manca moltissimo la dimensione collettiva, «la ritroviamo in questi progetti che seguiamo insieme», confermano Yara Wahba dell’istituto Oriani Mazzini e Riccardo Fontana della Statale mentre raccolgono generi di prima necessità per le famiglie bisognose di zona Loreto, con l’iniziativa QuBi. «Vorremmo tornare a sentirci in qualche modo potenti, nel nostro piccolo, e capaci di cambiare le cose», racconta Lisa Gasperini, studentessa del Lagrange che sotto la guida del dirigente Federico Militante ha messo in piedi un progetto di sostegno per chi si trova in difficoltà alla Comasina. «Dopo mesi a seguire lezioni davanti a un monitor almeno ho una ragione nobile per uscire di casa — scherza ancora Saverio Piscitelli, al quarto anno di superiore al Giambellino —. Non è facile convivere in tempo di lockdown in un piccolo bilocale. Siamo in quattro, bambina piccola inclusa…».

Con l’aiuto del Laboratorio di quartiere decine di ragazzi come lui hanno aperto un conto con cui comprano quello che serve e lo distribuiscono alle famiglie bisognose, lì al Giambellino: «Adesso più che mai ripaga attivarsi per costruire un senso di vicinanza che non troviamo altrove», annuisce Matteo Tacchinardi, 20 anni. Il Refettorio ambrosiano della Caritas, che aveva lanciato un appello rivolto ai giovanissimi, è stato travolto dalle offerte di aiuto. Sorride Anna Sironi, neolaureata in Lettere, che servirà ai tavoli: «Non deve passare l’idea dell’altro come minaccia. In questo tempo così fragile e insicuro dobbiamo imparare ad avvicinarci mantenendo le distanze di sicurezza e rispettando anche le paure».

In prima linea ad aiutare i senzatetto all’Opera Cardinal Ferrari quest’anno ci sono ancora loro, i ragazzi: Sara Pasinetti dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, Jonny Marques Arbex del Volta e Michele Ravagli del Parini. Riflette pensieroso Pietro Toson della Cattolica, che ha appena iniziato all’Opera San Francesco: «Con gli utenti della mensa parlo come facevo prima del Covid con i miei amici». Rocco Vita della Statale sarà nella squadra di Progetto Arca che anche la notte di Natale porterà pasti ai senzatetto mentre Cecilia Norsa, primo anno alla Iulm, è nel gruppo di Sos Spesa gestito da Fondazione Francesca Rava: «Mi colpisce la dignità di queste persone, ci chiedono di salire a casa per non mostrare ai condomini che hanno bisogno di viveri. In una delle famiglie da cui andiamo ho conosciuto una ragazza della mia età. Siamo diventate amiche».