Purificatori contro il Covid
Fonte: Il Giorno
Data: 26/9/2021
I presidi si attrezzano Installati nelle classi pollaio, dove il distanziamento è difficile o per l’inverno.
Le armi del Lagrange e del Varalli. Sperimentazione chiusa allo Schiaparelli
Purificatori d’aria nelle classi più numerose, nelle aule poco spaziose e per non dovere tenere sempre spalancate le finestre. I dirigenti scolastici si attrezzano anche per l’inverno. Succede all’istituto Lagrange, zona Affori: «Ne ho comprati trenta – spiega il preside Federico Militante (nella foto) –. In questo momento li ho già installati nelle 24 aule dove non riesco a garantire il distanziamento per ragione di spazi. Non erano classi pollaio, ma sono aule piccole e a livello strutturale non si riesce a garantire la “rima buccale“ di un metro. Altri sei purificatori sono nelle sale dei professori». Sono appesi ai muri e poco invasivi. «Non sono rumorosi e sanificano l’aria in modo costante con un sistema Uv-C (Ozone free). L’efficacia è testata fino a 99,9% su virus e batteri», continua il dirigente scolastico. Sono costati circa 250 euro l’uno e rientrano tra gli interventi finanziati dal ministero dell’Istruzione. «Il problema in questa fase è l’approvvigionamento delle strumentazioni – spiega Militante –, alcune scuole si stanno muovendo adesso e fanno fatica a reperirli sul mercato. Quest’estate c’era chi aveva lanciato anche l’idea di creare accordi di rete tra scuole per acquistarli insieme, ma visto che la situazione non si sbloccava ho deciso di ordinarli i primi giorni di settembre». Così ha bussato alla Città Metropolitana per avvisare e chiedere il via libera. «Più che altro volevo capire quanto consumassero a livello di elettricità, perché la mia scuola, tra alberghiero, informatico e indirizzo meccanico, assorbe tanta energia, ma ogni purificatore ha una potenza di 30 watt, è gestibile», sottolinea Militante. Lo scorso anno era stata avviata una vera sperimentazione-pilota all’Istituto SchiaparelliGramsci, andata un po’ a “singhiozzo“ causa Dad, tra i mesi di chiusura delle scuole e il rientro al 50%. Il patto era stato firmato dalla scuola con Città Metropolitana e con un’impresa che produce macchinari di purificazione dell’aria. Sperimentazione chiusa e «andata a buon fine», dicono dagli uffici, i macchinari sono stati ora smontati e i dati sono stati trasmessi alla Città Metropolitana, che dovrà valutare la possibilità di estendere il progetto coinvolgendo altri istituti o altre imprese. Nel frattempo ci si muove in autonomia e in ordine sparso. C’è chi preferisce tenere le finestre sempre aperte e chi ha invece optato per altri dispositivi che “coprono“ non la classe ma un piano intero, come il tecnico Varalli, in zona Chiesa Rossa. «Abbiamo scelto un dispositivo di sanificazione che agisce su mille metri quadri e ne abbiamo messo uno per piano – spiega il preside Alessandro Gullo – eccetto per il piano terra, dove si tengono le porte aperte. Sanifica corridoi e atri h24 e anche le aule quando hanno le porte aperte. Ci sentiamo più sicuri». Costo duemila euro per macchina, ottomila in tutto. Tecnologia spaziale certificata dalla “Space Foundation“ e imprimatur del Ministero della Salute: sono dispositivi medici sanificatori di “classe 1“. «Anche in questa stagione tenere le finestre aperte durante le lezioni può essere fastidioso, figuriamoci d’inverno e va garantito un ricambio costante d’aria – ricorda il preside –. Abbiamo deciso di investire i soldi per l’acquisto di dispositivi di sicurezza accantonati a giugno per dotarci di questo strumento che, intercettando e distruggendo tutte le sostanze contaminanti presenti nell’ambiente, ci fa stare più tranquilli». Si.Ba