Il Giorno: Educazione fisica a due velocità. Tra riscoperta, cautela e infortuni
Fonte: Il Giorno
Data: 13/10/2021
Palestre da sanificare, attività “da fermi“ e prime partite a pallavolo per colmare la mancanza di sport. I presidi: «In aumento le “storte“ e gli incidenti banali: è effetto lockdown. Colpa dei mesi di inattività»
È stata la grande assente durante la pandemia: educazione fisica sospesa da scuola come dalle attività extra. Adesso riparte a due velocità, tra scuole più caute che hanno dato il via libera solo allo sport individuale e scuole che cominciano ad aprire agli sport da contatto o mandano le classi in piscina. In zona bianca si può, anche se nelle linee guida resta la raccomandazione del distanziamento. «Abbiamo ricominciato con le attività in palestra – spiega Antonella Caleffi, preside del comprensivo Perasso –, ma non abbiamo il personale a sufficienza per poter garantire la sanificazione ogni due ore, per cui gli esercizi si svolgono in piedi, si fa pilates, e si semplificano al massimo i cambi in spogliatoio. Quando possibile si predilige il cortile».
Ma guai a saltare un’ora di ginnastica: «I genitori ci scrivono subito, c’è molta attenzione sul tema. Le attività sportive sono state molto sacrificate, ripartiamo sì, ma con prudenza». Ritorno graduale allo sport anche al comprensivo Primo Levi, dove
entro dicembre prenderà forma anche un progetto sulla danza in tutte le classi con il liceo coreutico Tito Livio: «Nel frattempo teniamo ancora il distanziamento durante l’attività fisica, quando non è possibile mascherina, e sanifichiamo gli attrezzi che vengono scambiati – spiega la dirigente Chiara Bonetti –. Ricominciamo sì, ma con la massima attenzione a evitare contagi». Tra i più grandicelli, alle superiori, c’è un altro “effetto Covid“ che sta emergendo: sono in aumento gli infortuni. «Nella prima settimana ne abbiamo avuti tre durante le attività di educazione fisica, tutti ’sciocchi’ –
conferma la preside del liceo scientifico Bottoni, Giovanna Mezzatesta –. Che sia anche questo un effetto dei tanti mesi di ’non scuola’?». L’ultimo ieri mattina, non in palestra ma sulle scale: «Prima saltavano i gradini quattro a quattro – scuote la testa –. La difficoltà di ragazzi che per due anni ’non si sono mossi’ sicuramente c’è. Stiamo cercando di recuperare: pallavolo, in una palestra grande, non è un problema».
Il tema infortuni è sul tavolo anche del preside del Lagrange, che ha al suo interno l’indirizzo sportivo, ambitissimo anche in tempi di pandemia: «Ne abbiamo avuti già 4/5 in due settimane – fa i conti Federico Militante –, alcuni banali, durante una corsa». Si cerca di correre ai ripari e “ridare forza“ ai ragazzi meno allenati: «Abbiamo cominciato
a inserire esercitazioni più mirate per gli sport di squadra», continua Militante. «Come pallavolo a coppie, con frequenti igienizzazioni delle mani – aggiunge il prof di educazione fisica Gianluca Gerace – anche per esigenze di valutazione». E con le capovolte come va? «Spesso vediamo mancanza di coordinazione, la capovolta ci indica il grado di percezione del loro corpo nello spazio e tanti non la sanno più fare. Torniamo allo sport anche al chiuso, per gradi, ma torniamoci: è anche una nostra responsabilità»
Articolo di Simona Ballatore