Esempi di intolleranza nella storia

Tolleranza e democrazia è il tema dell’UDA di educazione civica proposto agli studenti della 3A Liceo Scientifico Sezione sportiva, che ha coinvolto le discipline di Storia, Filosofia, Italiano, Diritto, Matematica, Scienze naturali, Inglese e Scienze motorie. 

Gli studenti sono stati invitati a produrre un lavoro - in un formato a scelta, nel quale si rappresenta un'intervista a un personaggio storico che è stato vittima di intolleranza. 

Presentiamo qui alcuni lavori realizzati dagli studenti: 

  • Esclusiva videointervista all’imperatore maya Quizquoz, di Christian Arzuffi, Manuel Cannonito, Giorgio Covini e Federico Tombola
  • Giornale scandalistico su Otello, vittima di razzismo di Margherita Colombo, Simone Glionna, Giulia Manzi e Elena Pirovano
  • Intervista a Filippo II, di Anastasia Caldironi e Alessandro Costagliola 
  • Intervista a un ebreo vittima di pogrom - Versione italiana, di Daniele Corona e Pietro Marani
  • REACTIONS TO THE PLAGUE: THE POGROMS AGAINST JEWS, di Daniele Corona e Pietro Marani

Esclusiva videointervista all’imperatore maya Quizquoz

di Christian Arzuffi, Manuel Cannonito, Giorgio Covini e Federico Tombola

Quali persecuzioni hanno subito i Maya da parte di Aztechi e Spagnoli? Lo racconta il famoso imperatore maya Quizquol a Enrico Mentana durante una intervista al TG3A. Il video esilarante, ma storicamente accurato, illustra il terribile genocidio subito dalla popolazione mesoamericana. 

L'esilarante video, storicamente accurato,  è stato realizzato all'interno dell'UDA di Educazione civica sulla Tolleranza e democrazia dagli studenti Christian Arzuffi, Giorgio Covini, Manuel Cannonito e Federico Tombola della 3A del Liceo Scientifico Sezione Sportiva.

Giornale scandalistico su Otello, vittima di razzismo

di Margherita Colombo, Simone Glionna, Giulia Manzi e Elena Pirovano

Othello è stato vittima di razzismo? Il gruppo di studenti ha dato una attualizzazione molto ironica dell’intolleranza subita da Otello.  

Intervista a Filippo II

di Anastasia Caldironi e Alessandro Costagliola 

  • Intervistatore Massimo: “Buongiorno”
  • Filippo II: “Buongiorno a lei”
  • Intervistatore Massimo: “oggi sono qui per farle qualche domanda ed intervistarvi, iniziamo subito con, chi sei?”
  • Filippo II: “sono il re di Spagna dal 16 gennaio del 1556, re del Portogallo e di Algarve dal 1581 e re di Sicilia, Sardegna e di Napoli dal 1554, poi sono diventato re recentemente di altre regioni più piccole.”
  • Intervistatore Massimo: “wow, da tantissimo tempo! E dove e quando sei nato?”
  • Filippo II: “sono nato in Valladolid, una città nel nord della Spagna, il 21 maggio 1527.”
  • Intervistatore Massimo: “Dai raccontaci un po’ della tua vita prima di diventare re.”
  • Filippo II: Allora… fin da piccolo ho avuto un’educazione religiosa molto rigida che si basava principalmente negli esercizi delle armi e nello studio della letteratura, ma in seguito decisi di occuparmi di numerosi altri campi del sapere umano come la lingua. Pian piano sviluppai un mio pensiero e iniziai a credere definitivamente solo al cattolicesimo. Mio padre è Carlo V D’Asburgo e mia madre si chiama Isabella d’Aviz, fortunatamente mi hanno dato la possibilità di studiare con i docenti più illustri tra cui l’umanista Juan Cristòbal de Calvette Estrella permettendomi di conseguire una buona padronanza con il latino e lo spagnolo, ma non con il Francese. Già all’età di undici mesi, quindi nell’aprile del 1529, ricevetti il giuramento di fedeltà come erede alla corona nella Cortes di Castiglia. Purtroppo però rimasi sotto le cure solo di mia madre e di alcune sue dame portoghesi fino a che non morì nel 1539. In quel periodo strinsi particolari rapporti con una delle dame di mia madre, Dona Lenor de Mascarenhas, con i suoi paggi e il nobile portoghese Ruy Gòmez de Silva. Passato qualche anno iniziai a seguire le usanze della corte spagnola e ricevetti il titolo di principe delle Austrie, ma divenni ben presto oggetto di trattative matrimoniali organizzate da mio padre. Mi sarei dovuto sposare con l’unica erede del re di Navarra, Giovanna III di Navarra, ma per fortuna si intromise il re di Francia Francesco I che fece fallire il progetto nel 1541;
  • Feci ben quattro figli con la mia donna: Carlos, Isabella Clara Eugenia, Caterina Michela e Filippo. Quando morì Isabella, mio padre Carlo V decise di prendermi sotto la propria tutela con lo scopo di farmi studiare politica per poterlo affiancare nel governo del vasto impero. Infine nel 1540 mio padre mi ereditò l’intero impero sterminato, rendendomi responsabile del territorio più potente del mondo. Esso comprende la Spagna, il sud e il nord Italia (compresa Milano), la Franca Contea, i Paesi Bassi, Lussemburgo, le colonie americane e tutte le basi commerciali in Africa. Insomma una vita semplice che però mi portò a gravi conseguenze.”
  • Intervistatore Massimo: “Una volta che sei salito al trono qual è diventato il tuo pensiero di politica?”
  • Filippo II: “Allora una volta salito al trono mi proclamai da solo “difensor fidei” cioè difensore della fede e della controriforma perché sono convinto che l’unità religiosa è la base dell’unità politica. Infatti divisi fin da subito la politica in:
    • Politica estera in cui aiutai le forze cattoliche contro quelle protestanti.
    • Politica interna in cui imposi un’unica religione, l’ortodossia cattolica, quindi difesi l’inquisizione che dipendeva tutta da me. In più aggiunsi l’autodafé cioè la pratica per cui gli eretici vengono bruciati vivi nelle piazze delle città.
  • Inoltre per “ripulire” l’impero dal sangue sporco continuai la persecuzione dei Marranos (gli ebrei convertiti) e i Moriscos (i mussulmani convertiti), questo fomentò il razzismo degli spagnoli che come me difendono l’idea del sangre limpio cioè il sangue pulito/limpido che lo hanno solo i cattolicesimi. Per ora, che è il 1609, sono riuscito ad espellere solo 300.000 Moriscos dalla Spagna più tutti gli ebrei e gli arabi che facevano parte del ceto produttivo come mercanti e artigiani, ma ho intenzioni di fare di “meglio”.”
  • Intervistatore Massimo: “riesci a raccontarci nei minimi dettagli questa espulsione dei Moriscos?”
  • Filippo II: “Sì, come ho già detto prima il mio scopo era eliminare tutte le persone che non seguivano la mia religione, ma soprattutto i Moriscos. Io penso che debbano essere tutti bruciati o mandati via dalla mia penisola iberica;
  • In realtà questo progetto non iniziò a causa mia, ma fu ordinato da Filippo III nel 1614 e io infine lo portai a termine nel 1609; I primi Moriscos espulsi furono quelli del Regno di Valencia (il decreto fu reso pubblico il 22 settembre 1609) ai quali seguirono quelli dell’Andalusia (il 10 gennaio del 1610), dell’Estremadura e quelli delle due Castiglie (il 10 luglio del 1610), nei territori della Corona di Castiglia e infine della Corona d’Aragona (il 29 maggio 1610). Dopo la promulgazione dei decreti di espulsione, si celebrò il 25 marzo del 1611 a Madrid una processione di ringraziamento per me, ero davvero felice di quello che stavo riuscendo a fare.”
  • Intervistatore Massimo: “ah capito, ma perché sei così intollerante ed odi le razze interiori?”
  • Filippo II: “Per rispondere a questa domanda potrei partire dal fatto che fin da bambino mi hanno cresciuto con le così dette virtù del buon governatore, che appunto era ciò che sarei dovuto diventare. Esse si basano sulla pietà, la pazienza, la modestia, ma soprattutto la differenza. Infatti secondo me e secondo quello che pensavano i miei genitori e nonni dobbiamo essere tutti uguale e non è adeguato avere pensieri diversi e quindi avere differenze. Quindi io penso che questa educazione abbia avuto notevoli effetti sulla mia personalità, e ciò mi ha portato anche a parlare sempre a voce bassa, essere freddo con tutti, flemmatico, dotato di un gelido autocontrollo e un sorriso tagliente come una spada.”
  • Intervistatore Massimo: “e ti sei mai posto la domanda: questo è giusto? Perché io per esempio non la penso per niente come te. Secondo me non è corretto uccidere chi ha una diversa religione o comunque parlando in generale non è giusto fare discriminazioni e creare diversità. Al giorno d’oggi bisognerebbe avere le menti più aperte.”
  • Filippo II: “no no mai e poi mai, è giusto così punto. Da quando sono diventato re ed ho ereditato l’impero di mio padre Carlo V ho imposto un motto che mi rappresenta alla perfezione. Esso è in latino e significa “il mondo non è abbastanza” (“non sufficit orbis”), quindi bisogna sempre fare qualcosa per migliorarlo per arrivare ad un proprio mondo ideale, come lo si desidera. E così è come lo desidero io, quindi è tutto regolare. Forse è anche per questo che mi chiamano anche Filippo il prudente (Felipe el prudente in spagnolo) perché appunto queste azioni sono più che prudenti.”
  • Intervistatore Massimo: “va bene, io purtroppo non posso farci niente e secondo me sarebbe impossibile farti cambiare idea quindi l’unica soluzione è: vivi e lascia vivere. Adesso ti saluto e grazie mille per la tua disponibilità e buona fortuna”.
  • Filippo II: “grazie anche a te.”
  • Intervistatore Massimo: “Arrivederci.”

Intervista a un ebreo vittima di pogrom - Versione italiana 

di Daniele Corona e Pietro Marani

 

EBREO 1 

Hai espresso il desiderio di parlare con qualcuno che ha vissuto e visto tutto questo dalla parte delle vittime, eccoci qua. Io mi chiamo Amos e lui è il mio amico Saul; per uno strano scherzo del destino abbiamo attraversato il tempo e lo attraverseremo ancora, fino all'arrivo del Messia. Chiedi pure quello che vuoi sapere, ma attento, quello che sentirai non ti piacerà.

Intervistatore:

Stavo facendo questa ricerca sull'intolleranza, dai non può essere vero tutto quello che scrivono e ci insegnano, è impossibile che un popolo abbia subito tutto questo per un periodo così lungo. Non riesco a capire, ditemi cosa avete visto.

EBREO 2

Vedi?... noi siamo un popolo che è stato perseguitato nel corso dei secoli. Eravamo in Egitto quando venimmo fatti schiavi, eravamo a Gerusalemme quando i romani ci conquistarono e distrussero il Tempio di Salomone e ci sterminarono a Masada nel 70 D.C., e nel 132 D.C. Quando fummo cacciati dalla nostra terra ci disperdemmo nel mondo, separandoci e creando piccole comunità in ogni dove, ma mantenendo la nostra religione, le nostre tradizioni le nostre abitudini.

Intervistatore:

Ma scusate, perchè tutti vi hanno odiato e perseguitato, qualcosa dovrete pur avere combinato, sempre la stessa storia del ce l'avete tutti con me. Non sta in piedi, qualcosa dovrete aver pur combinato.

EBREO 1

Tu dici? Va bene, stiamo al gioco, noi c'eravamo, quindi possiamo dire che già nei primi secoli dopo Cristo, quando cominciarono a dire che furono gli ebrei ad uccidere Gesù, ti sembra una accusa da poco? Ma chi lo uccise davvero? I romani: tanto è vero che fu crocefisso (tipica pena romana). Ma anche fosse, ti pare normale far ricadere su in intero popolo le colpe di pochi? Secondo te, durante l'impero romano dei primi secoli, quando i romani si stavano convertendo al cristianesimo, conveniva dire che i romani avevano ucciso Gesù o era più facile accusare qualcun altro? Rifletti bene. Specie dopo che nel 331 il cristianesimo divenne religione di stato. 

EBREO 2

A quel tempo non ti dico: sinagoghe incendiate, prime uccisioni di massa e primi severi divieti; nessun ebreo poteva sposare donne cristiane, pena la morte di entrambi; nessun ebreo poteva accedere ai pubblici uffici o costruire nuove sinagoghe. 

E ti aggiungo una cosa, figurati nel Vangelo di Marco c'è scritto: 

«24 Pilato, vedendo che non otteneva nulla, ma che si sollevava un tumulto, prese dell'acqua e si lavò le mani in presenza della folla, dicendo: «Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensateci voi». 25 E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». 

Tu pensa che nel sesto secolo il papa Gregorio Magno definì' la nostra religione “superstizione e perfidia”. Capisci che se il papa si esprime così non risulti molto simpatico a chi non è come te?

Intervistatore:

In effetti pensandoci bene, quello che dite ha un senso. Ma ditemi cosa avete visto?  

EBREO 1

Guarda nei primi 10 secoli dopo Cristo, tutto sommato, le cose non sono andate così male, ma eravamo sempre abbastanza isolati e guardati con sospetto. Poi le cose iniziarono a peggiorare. Cominciammo ad essere considerati degli eretici. Essere fuori dalla religione cristiana voleva dire essere fuori dalla legge. Tolsero i diritti civili, non potevi fare determinati lavori, venivi processato, venivi bruciato. 

Intervistatore:

Bruciati??? 

EBREO 2

Sì, pubblicamente, al rogo in mezzo alla piazze; soprattutto in Germania e Francia intorno al 1200 era molto comune. Negli anni successivi la situazione si calmò, e anche se vivevamo più isolati, eravamo abbastanza integrati, avevamo attività economiche e finanziarie ma venivamo guardati con sospetto. 

Intervistatore:

Comincio a capire. Sapete io devo fare una ricerca sui pogrom del 1347 /1350; ditemi cosa potete raccontarmi? C'eravate anche lì? 

EBREO 1

Fu la peggiore persecuzione che subimmo, prima della Shoah, addirittura superiore se paragoni la popolazione mondiale di allora rispetto a quella degli anni trenta e quaranta del 900. Ci uccisero in 1 milione. Il mondo è popolato di ignoranti adesso, figurati nel 1347, quando solo in pochi potevano studiare e, sinceramente, anche quelli te li raccomando, ma va beh. Ci trovavamo in Savoia in quell'anno e la malattia si stava diffondendo a macchia d'olio. La gente moriva in gran numero, la disperazione era ovunque, le condizioni igieniche e sanitarie dell'epoca favorivano la diffusione della malattia portata dai topi, ma sai com'è, bisogna trovare sempre un colpevole per le cose brutte e quindi …  nelle nostre comunità la malattia si diffondeva meno (ma solo perché la tradizione ebraica impone regole igienico sanitarie rigorose da sempre, ti basti pensare alla macellazione della carne).

EBREO 2

...Quindi accusarono gli ebrei di avere avvelenato i pozzi, perchè ci consideravano nemici della cristianità, pensando che volessimo distruggere il mondo cristiano. Cominciarono a incarcerarci, processarci e torturarci e come quasi sempre accade con la tortura, il torturato confessa di tutto pur di far cessare l'agonia. Alcuni confessarono colpe mai commesse e la notizia si diffuse in tutta Europa. 

Le violenze ovunque furono atroci tanto da costringere alcuni ebrei a togliersi la vita da soli nelle proprie casa, pur di sottrarsi alle violenze. Invano i sovrani e il papa Clemente VI cercarono di fermare le atrocità, il papà addirittura scomunico' i persecutori degli ebrei. Finalmente la malattia finì; ma la diffidenza rimase. 

Intervistatore:

Da non credere, tutto per un odio ingiustificato e una infame bugia. Spero sia finita lì dopo. 

EBREO 1 

Macchè! Figurati addirittura con la Controriforma, nel 1555 papa Paolo VI stabilì che non potevamo vivere con i cristiani, quindi fummo ghettizzati, costretti a vivere in luoghi della città isolati da mura.

EBREO 2

Per non parlare del pregiudizio che ci ha accompagnato nei secoli successivi. Considerati eretici, profanatori, spilorci, potenti, cattivi per non parlare poi del 1900 momento in cui  si raggiunse il culmine.

Intervistatore:

Eh sì, purtroppo, so bene cosa è successo. Ben 6 milioni di morti. Avete visto anche questo orrore? 

EBREO 1

Si, e speriamo di non vederlo più; fu tremendo. Un pazzo, accompagnato da altri fanatici, decise di scaricare sulla comunità ebraica le cause del disagio di una intera nazione, la Germania; ma la follia si diffuse in gran parte dell'Europa dell'est e anche nel tuo amato paese (l'Italia).  Ma questa è una storia che ben sai e che hai potuto vedere nei film e nei documentari. Non hai bisogno di noi che te la raccontiamo. 

EBREO 2

La cosa che ti chiediamo è di non dimenticarla e quando senti qualcuno che accusa un altro perchè appartiene a una categoria (è ebreo, è nero, è gay etc...) non cadere nell'errore di credere a quello che dice. Perchè potrebbe essere MORTALE. 

REACTIONS TO THE PLAGUE: THE POGROMS AGAINST JEWS

di Daniele Corona e Pietro Marani

We have chosen for our civics essay to talk about the pogrom of 1347/1350 against Jews as a reaction to the plague, and we interviewed two imaginary Jews who travelled in time and tell what their community had to suffer in the past.

The Interviewer:

Who are you?

JEW 1

You wanted to talk with someone who lived and saw the suffering as victims, here we are. My name is Amos and this is my friend Saul.

As a bad joke we went through the time and we are going to go through it again, till the Messiah will arrive. 

Ask what you want to know but be careful because I'm sure you don't like what you will hear.

The Interviewer:

I am doing an essay about intolerance; I think it is not true what they teach us; it is impossible that a population suffered all you told us and for such a long time. I can't understand, tell me what you have seen. 

JEW 2

So... we are a persecuted community in the past. We are in Egypt when we were reduced to slavery, we were in Jerusalem when the Romans conquered our land and destroyed our Solomon Temple and killed us in Masada in A.D. and in 132 A.D. When we were sent away from our land and we broke up into the world, we created some little communities everywhere but we maintain our religion, our tradition and our habits. 

The Interviewer:

I am sorry but why did everybody hate and persecute your population? 

You should have done something, it is always the same story that everybody has something against you …

JEW 1

Do you think so? Let's play along with you, we were there when someone told we killed Jesus, do you think that is an insignificant accusation?

Who really killed him? The Romans. As a matter of fact he was crucified (a classic Roman punishment). 

Even if it was like that, do you think it is right to charge our population with faults of  few people? In your opinion, during the first centuries of Roman Empire, when Romans were converting to Christianity, it was useful to accuse Romans of Jesus' killing, or it was easier to accuse somebody else? Think about it. 

Especially after Christianity became the state religion in 331.

JEW 2

At that time synagogues were burned, there were first mass killings and first severe prohibitions; no Jews can marry Christian women, because they both risk the death penalty; no Jews could have access to public offices or build new synagogues. 

I can add one thing, Mark Gospel says:   

“24 Pilate, when he sees that he could get nothing, but that a riot arose, took some water and washed his hands in front of the crowd and he says: “I am innocent of the blood of this honest person; you have to take care of him”. 25 All people answered: “his blood fell on us and on our children”.

Think that in the sixth century Pope Gregory the Great defined our religion “superstition and perfidy”. You can understand that if the Pope expresses himself like that, you can not be very nice to the ones who are not like you. 

The Interviewer:

Indeed if you think about it, what you say makes sense. But tell me what did you see?

JEW 1

If you look at the first ten centuries after Christ, after all, things didn't go so badly, but we were always quite isolated and looked upon with suspicion. Then the situations started to get worse. We began to be considered heretics. Being outside the Christian religion meant being outside the law. They took us away civil rights, we could not do some works, we were tried and burned. 

Interviewer:

Burned???

JEW 2

Yes, in public, the stake in the middle of the squares, it was very common especially in Germany and France around 1200 A.D. In the following years the situation calmed down and even though we lived more isolated, we were quite integrated, we led economic and financial activities but we were looked upon with suspicion.

Interviewer:

I can understand. You know I have to do an essay on pogroms of 1347/1350; tell me what can you refer to me? Were you there too?

JEW 1

It was the worst persecution we suffered before the Shoah, even higher if you compare the worldwide population of that time to the one of the 1930s and 1940s. They killed 1 million of us. The world is full of ignorant people now, you can imagine in 1347 when only a few people could study and, frankly, I recommend them to you too, but it is okay.

We were in Savoy that year and the disease was spreading like wild fire. People were dying in large quantities, the despair was everywhere, the hygienic and sanitary conditions of the time supported the spread of the disease caused by mice, but you know as it is, you must always find the culprit for bad things and so...in our communities the disease spread less (but only because the Jewish tradition has always imposed strict sanitary rules, just think about the the slaughter of meat)   

JEW 2

...So they accused the Jews of poisoning the wells, because they considered us as enemies of Christianity, because they thought that we wanted to destroy the Christian world. They began to imprison us, try and torture us and as almost always happens with torture, the tortured confesses everything to stop the agony. Some people confessed never committed sins and the news spread all around Europe. The violences were terrible everywhere so that some Jews  were forced to take their own lives at home in order to escape from violence. The kings and Pope Clement VI in vain tried to stop the atrocities, the Pope even excommunicated the persecutors of the Jews. At last the disease ended but the mistrust remained.

Interviewer:

Unbelievable, all for an unjustified hate and an infamous lie. I hope it is over there  then.

JEW 1

No, not at all, consider that even with the Counter-Reformation in 1555 Pope Paul VI established that we coud not live with Christian, so we were ghettoized, we were forced to live in places of the city isolated by walls.

JEW 2

Not to mention the prejudice that accompanied us in the following centuries. We were considered heretics, profaners, means, powerful, bad people, if we do not consider the 1900s where it was reached the peak.

Interviewer:

Oh yes, unfortunately, I know what happened. 6 millions dead. Did you also live this terror?

JEW 1 

Yes, we do. We hope not to live it again; it was awful. A madman, accompanied by other fanatics, decided to release on the Jewish community the causes of the unease of an entire nation, Germany; but the madness spread to a large part of eastern Europe and even to your beloved country, Italy. Bu this is a story that you know well and that you have been able to watch in films and documentaries. You don't need us to tell you. 

JEW 2

The thing we asked you is not to forget it and when you hear someone who accuses another one because he belongs to a category (he is Jewish, he is black, he is gay and so on...) please do not make the mistake of believing what he says. Because it could be DEADLY.