Zanetti incontra i nostri studenti
Un grande calciatore, ma anche un grande uomo, con grande moralità e serietà. Un vero modello non solo come sportivo, ma anche come uomo, con grandi valori. Non è un caso che la sua carriera non lo abbia mai visto insultare, aggredire, sputare o altre manifestazioni che troppo spesso caratterizzano i giocatori di oggi.
Gli studenti dell’IIS Lagrange hanno avuto la fortuna di poterlo incontrare questo grande campione, che ha presentato il suo libro Legame mondiale (Mondadori 2023) il 19 marzo 2025.
Condividiamo alcune parole del giocatore in risposta alle domande dei nostri studenti
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Il momento più duro? Quando non è stato selezionato, da ragazzino, per entrare nella sua squadra del cuore Independiente, perché considerato troppo gracile. Ho passato un anno a lavorare con mio padre come muratore. Fu lui a dirmi: ma tu che cosa vuoi fare? Io voglio giocare. E allora provaci ancora. Questo discorso con mio padre mi diede tanta forza.
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La partita più importante? La prima prima partita con l’Inter, con 80.000 persone che guardavano, con persone diverse, a giocare con grandi campioni.
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Rimpianti? No, perché ho sempre dato il massimo nel calcio.
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Il var? La tecnologia è utile, ma bisogna vedere come viene utilizzata. Può essere certamente utile per gli arbitri.
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Ritirarsi dopo il suo infortunio? Anche dopo il mio infortunio non ho pensato di smettere perché non volevo smettere per questo motivo.
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Il passaggio da calciatore a dirigente? Ho cambiato visione dell’Inter, sto continuando a studiare, per esempio con un master alla Bocconi, per poter essere all’altezza della squadra.
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Rito prepartita? Il segno della croce, perché sono molto credente e la fede continua ad accompagnarmi
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La squadra più forte? Il Barcellone che abbiamo battuto nella Champions, con giocatori forti e il grande allenatore Guardiola
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I soldi nel calcio oggi? Non sono mai stato mosso dai soldi: il calcio per me è sempre stata una passione. Avrei potuto cambiare scuola per guadagnare, per esempio andare al Real Madrid, ma ho scelto di rimanere per il mio legame con l’Inter e l’Italia
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Un consiglio per gli studenti? Tutto si può realizzare, con una grande cultura del lavoro.
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Il capitano argentino Lautaro Martínez? L’ho voluto all’Inter quando ho sentito una sua intervista dopo una partita in cui aveva fatto tre goal e ciononostante non era soddisfatto. Sono molto soddisfatto, perché è un capitano che sa essere un modello.
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Un’anticipazione per il futuro? C’è un giocatore molto giovane che può fare un percorso simile: non è importante solo la qualità calcistica, ma anche a livello umano(non lo dice, ma tutti gli interisti sanno che si parla di Nico Paz)
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Un capitano? È colui che deve dare un buon esempio, parlare poco e agire in modo corretto e sostenere sempre i compagni di squadra.
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Un ricordo ancora emozionante? Tante vittorie, tanti trofei con i compagni, ma il ricordo più emozionante è la sua ultima partita, a San Siro, con tante persone venute a salutarmi
Ha parlato anche della sua Fondazione PUPI, voluta da Zanetti per far sognare i bambini delle favelas, con progetti di alimentazione, studio, educazione e lavoro per il futuro dei bambini, che offre anche la possibilità di fare adozioni a distanza.