Non occorre vedere per guardare lontano

Il 3 novembre del 2023 le classi 2C e 2D dell’Istituto tecnico, accompagnati dai docenti Chiara Bigalli e Andra De Paola, hanno sperimentato il Dialogo nel Buio, una mostra/percorso allestita dal 2005 presso l’Istituto dei Ciechi di Milano. Si differenzia da un'esposizione tradizionale per l’assenza totale di luce e per il fatto che i visitatori per esplorare gli ambienti devono affidarsi esclusivamente ai sensi del tatto, dell'udito, dell'olfatto, del gusto. 

Si tratta di una mostra, un percorso che insegna un altro modo di "vedere", su cui riflettere e che può cambiare il modo di pensare: varcato l'ingresso, la linea di confine fra la luce e il buio, ci si trova alle prese con una condizione mai sperimentata, dove occorre fare appello alle proprie capacità per destreggiarsi nella nuova situazione e scoprire nuove dimensioni. Non si tratta di scoprire una realtà differente, ma piuttosto di una riscoperta, con modalità diverse, dello stesso mondo che già conosciamo. 

Il ricorso al senso dell’udito, del tatto, del gusto e dell’olfatto si lega alla trattazione della poesia che, in perfetta sintonia con le parole di John Keats, deve nascere spontaneamente e attraverso i sensi. 

Considerazioni degli studenti di 2C e 2D dell’Istituto tecnico

La gentilezza è un linguaggio che il sordo può sentire e il cieco può vedere.
Mark Twain

– Tendo la mano, per guidare passi incerti, mentre mi pongo l’ineluttabile domanda su che cosa cerchino qui. Che cosa li spinga ad affacciarsi alla nostra soglia: per loro solo una brevissima strada in fondo. Un percorso semplice, per quanto insolito, strano, forse curioso, non certo un viaggio infinito, una condizione perenne.

L’essenziale è invisibile agli occhi..

Ma chi vede può trovarlo?

Allora chi è il fortunato? Io oppure loro?

Io vedo l’essenziale? Mi importa davvero vederlo, COSÌ?

- Mi porge la mano, Davide.

È una mano morbida, rassicurante, gentile.

E ferma.

Come la voce, calma e decisa

Ci accompagna nel buio.

In un’oscurità così totale da lasciare alcuni di noi storditi .Altri non riescono se non ad avanzare di pochi passi.

Alle nostre domande risponde con semplice naturalezza: come conduce la sua giornata, come fa a pulire la casa o come gioca col cellulare..

E noi non lo vediamo mentre ci testimonia un modo di vivere quotidiano pacato, quieto e lontano anni luce dal nostro.

Ciò nonostante il suo distacco dalla nostra vita non va confuso con una solitudine desolata, un’ imperturbabilità perpetua.

Tutto è normale.. Chissà, a tratti sembra raccoglimento interiore, come se guardasse oltre, più lontano..

E nella testa di alcuni di noi rimbombano le sue parole ” I ciechi non vedono nero, come voi quando chiudete gli occhi, non possono: nero è un colore, pertanto nei nostri non esiste..

Non vediamo NULLA”

Cos’è il nulla?

Non arriviamo neanche a immaginarlo. .

Fa un certo effetto, il nulla.

Possiamo percepirlo in qualche modo?

No, non crediamo.

Crediamo nella loro sobrietà: niente di troppo, se non l’essenziale.

Se non reciproco rispetto e attenta gentilezza.

Qui domina ordine e sostanza.

Risuona il silenzio, eppure ogni suono è amplificato, ogni profumo splende e il tocco è una certezza, un inamovibile appiglio. Ogni contatto coinvolgente e offre calore.

Non c’è diversità, ma resistenza alle intemperie e fuori luogo appare ogni movimento scomposto, ogni eccesso; ogni gesto rabbioso. In una luce assurda la guerra e la morte innocente che la segue.

Fuori di qui inciampiamo in ogni ostacolo, perché non guardiamo.

Peschiamo a caso oggetti, probabilmente non necessari

Ci agitiamo, fino ad aumentare i battiti del nostro cuore, per un compito, ci confondiamo per un nonnulla.

Ci sentiamo feriti,

dal caldo e dal freddo,

vedendo giudichiamo..

Senza osservare le stelle

Senza carezzare il volto di chi amiamo

Con mano ferma, rassicurante e gentile

Degli studenti e una prof.ssa

Dialogo buio gruppoDialogo buio ingresso