Strage di piazza Fontana
Il 23 aprile 2024 in auditorium sono stati nostri ospiti due figli di vittime di piazza Fontana, membri dell’Associazione Piazza Fontana 12 dicembre 1969, Paolo Silva e Carlo Arnoldi. Un incontro molto sentito, che ha aiutato gli studenti ( partecipi la 5A LSS, la 5A LSA, la 5C e la 5A ENO) a ricostruire un evento doloroso e vergognoso della storia italiana.
Come è possibile che un giorno un uomo entri in banca e ne esca dilaniato e cadavere? È quello che si sono chiesti i familiari per oltre trent’anni, con grande pervicacia.
Perché Piazza Fontana
Non fu scelto un posto a caso: Piazza Fontana era una tappa fissa per tutti gli agricoltori per il mercato degli agricoltori, attivo dal 1930, dove si facevano gli affari e gli scambi tra contadini. Era l’unica banca che rimaneva aperta nel pomeriggio per permettere agli agricoltori di fare lo scambio. Persone oneste, lavoratori.
L’attentato
12 dicembre 1969, ore 16:37: una bomba confezionata con 7 kg di tritolo esplode nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura di Piazza Fontana, a Milano - una strage che costò 17 morti e 88 feriti.
Le vittime di Piazza Fontana
Il funerale al Duomo
Il silenzio: piazza Duomo, assieme a trecentomila di persone, e un gran silenzio. Carlo e Paolo sentivano i loro passi sul selciato. Come ha detto Paolo: Il rumore del silenzio
La storia di Giovanni Arnoldi
Carlo Arnoldi ci ha raccontato la storia di suo padre Giovanni, morto a 42 anni in piazza Fontana. Viveva a Magherno con la moglie Costantina e i due figli, Carlo e Pinuccia. Era un commerciante di bestiame con una grande passione per il cinema. Aveva realizzato il suo sogno: aprire in paese una sala che aveva chiamato Cinema nuovo. Quel pomeriggio di dicembre non avrebbe dovuto essere alla Banca dell’Agricoltura perché aveva un po’ di influenza, ma ci era dovuto andare per lavoro. Venne identificato dal cognato Sergio, che dopo avere fatto il giro degli ospedali, lo riconobbe al Fatebenefratelli dalle scarpe.
Giovanni Arnaldo con la famiglia
Dalla pista anarchica alla pista nera
Silva e Arnoldi hanno ricostruito le linee fondamentali della lunga storia del processo che, dalla pista degli anarchici, si è poi spostata su quella nera e del depistaggio. L’iter processuale dura complessivamente 36 anni, e si articola in tre processi. Il complicato percorso giudiziario si è chiuso dopo 10 processi, con la sentenza della Cassazione nel 2005, 36 anni dopo i fatti: ideatori della strage furono riconosciuti i neofascisti di Ordine Nuovo Franco Freda e Giovanni Ventura. I due però non sono stati condannati perché già assolti in via definitiva per gli stessi reati nel 1987. A testimonianza di un’intricata vicenda giudiziaria nella quale si intrecciano terroristi neri, servizi segreti, e clamorosi errori nelle indagini.
Si ringrazia la professoressa Sara Brivio per aver organizzato questo importante evento.